Autopubblicati! Il forum per chi è editore di sé stesso

  1. Quanto deve costare un ebook?

    AvatarBy luca masali il 21 Oct. 2012
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    Pescati con le mani nella marmellata per esserai accordati con Apple per tenere alti i prezzi degli ebook, tre grandi editori americani (Hachette, HarperCollins e Simon & Schuster) sui cinque indagati dall'antitrust a stelle e strisce hanno patteggiato e stanno restituendo i soldi ai lettori. Ottimo, bella vittoria dei consumatori, anche se nelle loro tasche torneranno giusto spiccioli. E a noi italiani dell'accordo importa poco, perché anche se avessimo comperato un libro su, mettiamo, Amazon.com in inglese, siamo fuori dai termini del patteggiamento, che riguarda solo chi risiede negli Usa, e neppure in tutti i territori.
    Quel che invece ci può importare è: ora che è chiaro che l'antirtust da sonore bastonate a chi cerca di fare il furbo e aggirare la concorrenza, qual è il negozio online più conveniente per comperare libri digitali? E qual'è il prezzo migliore per gli ebook autoprodotti?

    L'Huffington Post ha cercato di rispondere alla domanda con una indagine non molto scientifica ma efficace: ha preso la lista dei bestseller della settimana nelle categorie narrativa e non-fiction, oltre alla lista di Usa Today dei 100 libri più venduti nel 2011 e ha confrontato i prezzi dei quattro grandi store; Amazon, Barnes & Noble, Android Play Store e Apple iBooks.
    Come si può vedere dalle tabelle dell'Huffington post, non ci sono particolari sorprese, i prezzi sono quasi sempre gli stessi, al centesimo, e quando sono diversi è Amazon che fa lo sconto, marcato stretto dallo store di Google (o magari viceversa, ma per chi deve comperare non cambia sapere se il prezzo l'ha tagliato prima Google o prima Amazon). Tutti gli store hanno tutti i titoli, salvo Apple, a cui mancano bestseller del calibro di "The Hunger Games" di Suzanne Collins, edito in italiano da Mondadori.
    Se dobbiamo comperare un ebook in inglese, Amazon e Play Store sono i posti dove è relativamente più facile trovare l'affare, anche se nella maggior parte dei casi i prezzi sono identici a quelli degli altri store; da Barnes & Noble capita ma più di rado, ed è rarissimo spuntare il prezzo più basso su Apple. Ricordiamo, ciò vale solo per i bestseller in Inglese scaricati negli store americani, e non è per nulla detto che possiamo acquistare senza andare in America.

    A quanto lo metto, il mio ebook?
    Per quanto riguarda le autopubblicazioni, la responsabilità di fissare il prezzo è dell'autore stesso, e spesso sbaglia. Non esiste una regola precisa; è ovvio che se il prezzo è troppo alto nessuno lo compra. Ma anche un prezzo troppo conveniente può essere un autogol: "Un prezzo troppo basso non consente al libro digitale di distinguersi. Finisce nel sottofondo di titoli low-cost, un ambiente fortemente competitivo dove è facile essere ignorati" dice l'esperto americano Jason Allen Ashlock. "Ormai abbiamo imparato che le autoproduzioni non devono stare confinati per sempre nella fascia sotto 2....

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    Last Post by luca masali il 21 Oct. 2012
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  2. A che serve pubblicare ebook?

    AvatarBy luca masali il 11 Sep. 2012
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    Leggevo questa affermazione su un interessante sito americano: "We continue to see a rise in the popularity and saleability of self-published authors, long sufferers of the antiquated myth that if you weren't published by a big publishing house you weren't really published at all". Tradotto maccheronicamente, c'è scritto che gli autori che si autopubblicano riescono a vendere qualcosina, il che sfata il vecchio mito che se non ti pubblica una casa editrice non sarai pubblicato affatto.
    Le cose non stanno proprio così. A mio avviso. L'autopubblicazione non è un contentino per chi non riesce a trovarsi un editore vero. L'autoproduzione incide in modo molto più profondo, è semplicemente uno dei tanti segni di come sta cambiano il mondo sotto i nostri occhi.
    Fino a ieri, le cose andavano più o meno così: l'autore scriveva una storia, provava a inviarla alle case editrici. Nessuno gli rispondeva, allora si faceva "presentare" dagli amici oppure vinceva un concorso letterario e le chance aumentavano. Oggi invece una madre di famiglia sconosciuta pubblica un ebook porno senza pretese, immediatamente scocca quella strana scintilla di cui nessuno conosce il segreto, quella del successo; le vendite schizzano e tempo un mese si trova assediata da case editrici e cinematografiche e vende più libri di Harry Potter.
    Oggi le professioni intellettuali si fanno così. Ogni tanto qualcuno mi chiede un consiglio per fare il giornalista, e la prima cosa che gli chiedo è l'indirizzo del suo blog, o per lo meno su quale testata online trovo i suoi articoli; se mi risponde imbarazzato, o non mi risponde affatto, il consiglio l'ha già capito: cambia mestiere. Non raccontiamoci balle, l'autoproduzione di un ebook non sostituisce affatto il lavoro di un editore "vero": gli editori in pratica offrono agli autori un marchio di qualità fondamentale soprattutto per gli ebook; oggi, martedì 11 settembre, sono andato a vedere i primi dieci bestseller di Amazon, e senza sorpresa ai primi nove posti dell'editoria di qualità italiana. Al decimo, la sorpresa: "Ti prego lasciato odiare" di Anna Premoli, che viene direttamente dall'autopubblicazione di Simplicissimus.
    Se fossi un editore, invece di sperare di pescare il jolly pescando a casaccio qualche ciarpame nel cassetto del solito esordiente che non ha nulla da dire, proporrei un signor contratto alla sua autrice.
    Gli americani fanno così, chissà se gli italiani saranno abbastanza astuti da imitarli? In fondo sarebbe il sogno di qualsiasi editore, avere una chance di scoprire l'esordiente dalle uova d'oro senza rischiare nulla. Mal che vada l'edizione cartacea di un ebook che ha avuto la forza di entrare nei primi dieci titoli della più grande libreria online del mondo potrà non essere un bestseller, ma difficilmente sarà un flop.
    Last Post by luca masali il 11 Sep. 2012
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